"Scrivere è sempre nascondere qualcosa in modo che venga poi scoperto."
Italo Calvino - Se una notte d'inverno un viaggiatore

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14 novembre 2012

Foglie sulla neve #5 - Era il quattordici novembre millenovecentonovantasette

Quindi, in questo giorno di quindici anni fa, nascevi tu.
E Dio solo sa quanto l'ho aspettato, quel giorno.
Vedevo quella pancia crescere e mi divertivo ad immaginare cosa ci fosse dentro. Chi ci fosse dentro. C'eri tu. 
A cena parlavamo dei nomi da darti. I nomi se fossi stato maschio. I nomi se fossi stata femmina. 
L'onore di sceglierlo era tutto mio. Quello da maschio già c'era e piaceva a tutti. Quello da femmina no. Ne avevo scelto uno che a tuo padre ricordava il personaggio di un fumetto. Tua madre ne voleva uno particolare, difficile, un po' strano.
Lo ammetto, speravo fossi un maschio.
Non lo so perchè, ma proprio me lo sentivo che eri maschio.
Poi quel giorno, quell'ecografia. 
La dottoressa consigliò a tua madre di mangiare qualcosa di dolce per invogliarti a girarti. Scendemmo a prenderci delle meringhe. Io adoravo le meringhe. In quel momento pensai che le avrei per sempre associate a te, dopo quel giorno. 
La dottoressa ci disse che saresti diventata una ballerina. Con delle gambe lunghissime. Una bambina. Femmina, ancora, solo per il momento, senza nome.
Ancora rosa, quindi, nelle nostre vite.
Il nome arrivò, infine. Si optò per il diminutivo di quello che avevo scelto io, per farmi felice. Per far felice te con un bel nome. Con un bel suono. Uno di quei nomi che associ alle cose belle, alle giostre, ai dolci, alle giornate di primavera.
Poi sei arrivata.
Ho aspettato a casa dei tuoi nonni. Tutti e tre, seduti al tavolo da pranzo. Fuori il buio delle cinque del pomeriggio. Tuo padre che telefona e ci dice che, finalmente, ci sei. Sei dei nostri. Sei corpicino da cullare, sei guance morbide e rosa da baciare. Sei un sorriso sul viso di tua madre, sei piccola creatura nelle braccia di tuo padre. Sei esplosione di amore nel mio cuore, sei un raggio di sole a novembre nel mio mondo di ragazzina.

Ballerina non lo sei diventata. Hai le gambe lunghe, sì, ma hai un senso del ritmo pari a zero. 
Ti piace la musica, però. La musica giusta, la musica vera.
Ancora le meringhe mi ricordano te. Hai profumato di zucchero dal primo giorno e ancora profumi nonostante ormai non sei più una bambina.
Certe volte dici che sono pesante, che sono più bambina di te. E hai ragione.
Mi guardo indietro spesso e penso a quanto sono fortunata ad averti. Con il tuo sciabattare per casa, con le tue corse per occupare per prima il bagno per stirarti i capelli.
E ripenso alle raccomandazioni dei parenti, quando ancora dovevi nascere.
"Non devi essere gelosa quando nascerà la sorellina."
Io che gelosa non lo sono stata nemmeno un secondo. Io, che non vedevo l'ora di pregiarmi del titolo di sorella maggiore.
Portarti in giro per il mondo, farti vedere le cose belle, insegnarti quel poco che sapevo e che so, vederti diventare più grande e migliore di me, che forse pecco di eccessivo affetto nei tuoi confronti. O forse no.

Questa è la mia foglia sulla neve di oggi. Che più che foglia è intera foresta.

2 commenti:

  1. Piango..
    Sei una brava sorella maggiore. Tua sorella è fortunata ad averti.

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  2. Piango..
    Sei una brava sorella maggiore. Tua sorella è fortunata ad averti.

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