"Scrivere è sempre nascondere qualcosa in modo che venga poi scoperto."
Italo Calvino - Se una notte d'inverno un viaggiatore

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29 agosto 2012

Impara l'arte e.. niente, perchè nessuno te la insegna.

Proprio qualche giorno fa ho pensato bene di andare alla cerimonia di premiazione di un concorso letterario indetto dal mio ameno paesello.
Insomma, nell'ameno, ogni estate si spacciano agli angoli delle strade i cinque libri finalisti di questo bel concorso, in precedenza selezionati dalla giuria che comprende, tra gli altri, illustri professoroni di città che per semplificarci il lavoro chiameremo Chitteconosce. Successivamente, la popolazione legge e vota.
Premetto che era sabato pomeriggio e che io la notte prima ho pensato bene di allungare leggermente i bagordi del venerdì fino alle cinque del mattino, svegliandomi poi alle ore dodici e trenta del sabato in stato confusionale, credendo per dieci minuti buoni che fosse domenica.
Ecco, ero lì sulla mia sediolina di plastica gentilmente offertami dalla pro-loco, occhiali da sole, gomitino sul bracciolo a reggere la testolina vuota e penzolante che vagava nei meandri del nulla (dalla notte prima poi avevo nello stomaco, oltre ad un gin lemon, una brioches ed una granita al limone), quando il professor Chitteconosce comincia a far domande alla vincitrice.
"Dicci, come è cominciata la tua avventura nella scrittura?"
La mia mente offuscata dal sonno ecco che si ridesta. 
Dai, dicci con quali armi sei riuscita a convincere la Mondadori a pubblicare il tuo stupido libro. Oddio, stupido. Stupido forse no, dai. Però me lo son chiesta mentre lo leggevo e, giuro, non in senso critico. Ma come fate voi autori a farvi pubblicare i libri? Come fate a trovare il tempo di mettervi lì e snocciolare quello che avete in testa? Ditemi come si sbroglia la matassa di idee dialoghi personaggi luoghi situazioni che ci si ritrova nel cervello. Specialmente dopo un gin lemon, una brioches ed una granita al limone.
"Sono sempre stata una persona molto creativa bla bla bla, scrivo da quando son bambina bla bla bla, ho conosciuto questa ragazza ad un brunch letterario che mi ha dato i suoi contatti bla bla bla e dopo due mesi eccomi lì in Mondadori che sceglievo la copertina per il mio libro."
E bum, scroscio di applausi.
Dev'esserci un errore, penso. Non può essere così facile.
"Ho scritto il mio libro in quindici giorni, durante le vacanze di Natale."
Ti odio, lo sai? Sei anche vestita da imbecille. Sotto la gonna bianca ti si intravedono i mutandoni neri, se proprio lo vuoi sapere.
E poi io non li ho quindici giorni di vacanza per Natale, dove miseria lavori? 
Anche io posso vantare una certa creatività, anche io scrivo da quando sono piccola (e con la sinistra scrivo, stronza! Lo sanno tutti che i mancini sono più creativi, quindi zitta!). Io però è dall'adolescenza che ho il caos nella mente! Sento che c'è qualcosa lì dentro che deve uscire e non è una colica. A differenza tua, sapputona, che in quindici giorni hai scritto un libro di 250 pagine. Fenomeno.
Autori, svelatemi i vostri segreti. Dovrei forse ritirarmi su un'eremo? Una casetta tra i monti a due miliardi di metri sul livello del mare circondata solo da grizzly e stambecchi? L'ipnosi? La stregoneria? Cosa, cosaa??
Non venitemi a raccontare che vi svegliate una mattina con la storia tutta bella stesa nella testa che vi bastano le vacanze di Natale per scriverla e spedirla a tutte le case editrici del circondario perché non ci credo manco se vi vedo.
Insomma, là, su quella sedia di plastica verde, circondata dagli applausi e dai fotografi, ho capito una cosa. Una soltanto. 
Gli autori fanno parte di una setta. Scoperta la chiave per scrivere il libro, le case editrice, oltre a pubblicarli, li istruiscono su cosa dire in pubblico. Usare parole a random tipo "creatività", "sogno", "copertina", "supercalifragilistichespiralidoso" per confondere le idee. 
Mi sono sentita come se loro fossero maghi e io una babbana. O meglio, un magonò. Figlia di maghi, ma senza poteri.

1 commento:

  1. sarò felice quando qualche dannato nuovo autore farà un discorso del tipo "ho iniziato a scrivere ieri l'altro, non sono una persona particolarmente creativa e sono depresso, per cui niente sogni". tutto questo brio, questo dover essere sempre reattivi e dinamici, tipo drogati...

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