"Scrivere è sempre nascondere qualcosa in modo che venga poi scoperto."
Italo Calvino - Se una notte d'inverno un viaggiatore

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10 novembre 2012

Mondi paralleli esplorati per voi: Intimissimi

Ieri pomeriggio io e la mia amica Zè ci siamo fatte un giro per negozi. Cioè, io ho accompagnato lei in giro per negozi, data la mia sconfortante povertà.
Prima tappa, Intimissimi.
Ecco, Intimissimi è esattamente il luogo in cui mi trovo meno a mio agio sulla faccia della terra.
Un luogo mistico, mitologico, da film o da libro fantasy. Una specie di terra di mezzo. Almeno per me, dato che tutte le volte che ci entro o ci passo davanti è sempre straripante di persone. Ne deduco quindi che, come la maggior parte delle cose di questa terra, in Intimissimi solo io ci vedo il male assoluto.
Va bene, entriamo. Zè deve cambiare un'acquisto che non le piace. Sapete cos'è? Una sottoveste di seta. La guardo. Uno straccetto lungo sì e no 10 cm. 
"Che ci fai con questo coso, Zè?!"
"Ci dormo."
Il mio sguardo attonito vaga tra Zè, il cencio sul bancone e la commessa.
Con aria intelligente chiedo: "Ma lo metti sotto il pigiama?"
Sguardi imbarazzati tra Zè e la commessa. Sguardi di pietà dardeggiano nella mia direzione.
Zè dorme con solo quel coso addosso.
Credevo che esistessero solo nei film e nei libri certe cose. E invece ho davanti a me una che lo fa veramente. 
No, mi rifiuto. Signori, da noi in inverno si va sotto zero come ridere. Passiamo nove mesi l'anno sotto zero! La mattina ti alzi e gli infissi delle finestre sono gelati dalla parte interna che per aprirli li devi prendere a secchiate di acqua bollente! Non venitemi a dire che c'è veramente chi, al grido di "a me il pigiama dà fastidio", dorme con la sottoveste di seta! Io di pigiami ne metto due uno sopra l'altro! E i calzettoni di lana! Ma che scherziamo?!
Stando alla commessa è assolutamente normale. Anzi, le mostra tutta una serie di sottovesti ancor più corte, pizzose, minime e ristrette con cui, continuano a sostenere, la gente dorme. 
Va bene.
Varchi la porta di Intimissimi ed entri in un mondo al contrario.
La gente dorme con le sottovesti anche in pieno inverno e i cavalli parlano. 
Essendo questo un mondo al contrario, suppongo che se mi metto a cantare "Il mare d'inverno" che sta passando per radio, non ci sia nulla di male. Lo faccio, quindi. La commessa mi colpisce con un altro sguardo carico di pietà e disprezzo. 
Nel frattempo Zè ha deciso che no, le sottovesti non le piacciono. Decide di cambiare il cencio con un completino. Signori, qui mi si apre un mondo sconosciuto.
Lo sapevate che i reggiseni si dividono in push up, super push up e balconette
Io non lo sapevo.
Cioè, mi fermavo al push up. Il super push up è uno strumento di tortura medioevale. Legale. E ambito, a quanto pare. Praticamente nell'imbottitura del reggiseno si nasconde un cuscino in lattice di quelli che ti regalano se compri il materasso Eminflex. 
Il risultato è che ti ritrovi le tette in gola. O ti ritrovi le tette anche se non ne hai mai avuto traccia. 
Il balconette non ho ben capito in cosa consista, ma a sentire la commessa è un pezzo "veramente adorabile, troppo carino! Una vera coccola!". Sì, lo ha definito veramente una coccola.
E la mutanda? Non si chiama mutanda! Si chiama slip. Quella normale. Altrimenti c'è l'imbarazzo della scelta. 
Culotte, tanga, perizoma, brasiliana
La differenza? Ignota. 
Zè adocchia un completino mediamente decente e rigirandolo tra le mani, chiede: "Per questo c'è solo il perizoma?" 
"TANGA! questo è un tanga." le risponde la commessa con un picco di stizza.
Neanche Zè conosce la differenza tra perizoma e tanga.
Ma stiamo parlando di una che poco prima mi ha confessato di aver letto tutte le 50 sfumature, quindi ok.
Giro spaesata per il negozio. Mi sento una mosca bianca in mezzo ad un mondo in cui io sola ignoro cosa vuol dire balconette. Io, con il mio cappotto rosso e gli stivali da elfo dei boschi, circondata da tacchi, perle, profumi costosi, messe in piega e reggicalze. Oddio, reggicalze.
Guardo questi completi appesi, su queste micro gruccette in bilico su micro espositori, e ovviamente ne rovescio la metà.
Pizzo, tulle, seta. "Ti scivola sul corpo"
Poco distante c'è un ragazzo che sta comprando un regalo per la fidanzata. Una commessa continua a chiedergli se lei è più una da tanga o da brasiliana. Lui ha il terrore dipinto negli occhi. Lo guardo e gli sorrido mestamente. Siamo in due. Voglio uscire di qui. 
E poi mi chiedo: ma come si fa a mettersi come intimo qualcosa che non sia di cotone?! Come?! In virtù di cosa una donna deve sottostare a questa tortura? Per non parlare di imbottiture e ferretti! Aborro! 
Scopro che Zè indossa questa strumentazione tutti i giorni. Anche per andare al lavoro. E ha fatto il conto dei completini che possiede: potrebbe benissimo vestirsi per 4 mesi senza mai lavare quello che ha usato. Quattro mesi. Un completino coordinato al giorno. Per quattro mesi. D'altronde una che si mette una misera sottoveste per dormire in dicembre... La commessa annuisce decisa dichiarando: "D'altra parte una donna curata si vede anche da questo..." e mi guarda.
Penso a me e alla mia biancheria tutta di cotone e tutta nera. Alla totale assenza di imbottiture e ferretti. (Ai miei 26 anni e alla natura clemente che ancora mantiene a prova di gravità certe parti di me.) Alle mie calze di lana tutte peluccose. Ai miei pigiami spessi un dito, che più che pigiami sono tute da combattimento. 
Penso a me ed in fondo non mi dispiace. 
1) Un completo di cotone costa la metà della metà di quelle cagate pruriginose che mi circondano;
2) Avendo tutto nero, tutto fa completo!
3) Sto comoda, calda in inverno e fresca in estate;
4) SE DEVI FARMI UN REGALO, REGALAMI UN LIBRO O UN POMERIGGIO DI ASSAGGI IN PASTICCERIA CON DEGUSTAZIONE DI THE'.

1 commento:

  1. diobono, ma te ci vai anche in giro, con 'sta gente?
    intimissimi è il Male: negozietti di tre metri quadri con dieci stangone con le ciglia incrostate di mascara (che per toglierlo ci vuole lo sverniciatore) che ti braccano appena entri.
    e ti giudicano anche.
    OVVIO che, per LORO che c'hanno da farci il busco, la donna curata si vede anche da *questo*.
    Se ti stesse bene addosso ti venderebbero anche la su' mamma (ricordo ancora, in un negozio di abbigliamento, la commessa disperata che pur di non farmi uscire a mani vuote, di fronte alla mia insoddisfazione generale, mi disse "QUESTO, ALMENO, TI PIACE???" indicando il proprio pullover).
    Va bene sentirsi femminili e desiderabili (?), ma per rivestire costantemente di poliestere alcune parti delicate devi avere la sponsorizzazione dell'aogoi, proprio.
    Ma poi quale sarebbe la comodità di un coso che ti sta infilato nelle chiappe? mah.
    mi fermo qui perché altrimenti andrej avanti a oltranza.
    ciao!

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